Lettera di Mariarosa Devecchi a “Il Cittadino”, 27 gennaio 2020, p. 19.
Cari cittadini di Crespiatica, cari cittadini dell’Unione,
con profondo dispiacere vi comunichiamo che il progetto SPRAR che Famiglia Nuova ha gestito per tre anni chiuderà i battenti nel giugno prossimo.
Forse qualcuno di voi non sa nemmeno di cosa stiamo parlando perché questi territori hanno avuto la fortuna e la bravura di gestire il crescente fenomeno migratorio degli anni passati con attenzione, onestà e lungimiranza.
La scelta dell’Unione dei Comuni di avviare un’accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati gestita direttamente dall’Amministrazione e affidata tramite bando ad una Cooperativa che svolge il proprio lavoro in coscienza ha tenuto alla larga dalle vostre comunità gli episodi di mala-gestione e di malaffare che pure si sono verificati nella Provincia di Lodi e che hanno indignato noi per primi. Noi che siamo parte di un modello cooperativo che ha subito in questi ultimi due anni attacchi feroci ma che vuole difendere il valore della sussidiarietà, le origini e la storia del Terzo Settore, delle donne e degli uomini che hanno il privilegio di fare un lavoro che li appassiona ai temi della solidarietà e dell’umanità.
Le persone che abbiamo ospitato e che continueremo ad ospitare almeno fino alla conclusione del progetto prevista per giugno, sono persone che hanno già acquisito il diritto a restare in Italia. Interrompere il servizio non servirà a rimandarli da dove sono venuti, anzi farà aumentare il rischio di generare esiti negativi che potrebbero portare i nostri accolti a vivere in condizione di grave marginalità, e non restituirà alcuna risorsa al territorio perché risorse al territorio non ne sono mai state sottratte: una volta chiuso lo SPRAR, semplicemente non verranno più assegnate le risorse che l’Amministrazione riceveva direttamente dal Ministero vincolate al progetto. Risorse che servivano al mantenimento delle persone, alla loro formazione, alle cure sanitarie e a pagare le sei persone che si occupavano di loro. Cristina, Valentina, Maddalena, Roberto, Maliki e Valerio. Tutti loro perderanno il lavoro e andranno ad ingrossare le fila dei giovani disoccupati.
Prima di questo triennio con la gestione SPRAR, Famiglia Nuova era presente già sul territorio. Lo siamo ormai da quarant’anni. In tutto questo lungo periodo, abbiamo accompagnato con professionalità e competenza le persone in difficoltà, caratterizzate da disagio o vulnerabilità, per un pezzo della loro vita.
Non abbiamo mai avanzato richieste o pretese rendendoci sempre disponibili a collaborazioni quando ci è stato chiesto e, soprattutto, non abbiamo mai procurato disagi a voi cittadini che, in molti casi invece, ci avete affiancato per darci una mano. Di questo ovviamente vi siamo grati e sappiamo che continuerete a farlo.
Ci viene in mente un vecchio adagio sportivo: squadra che vince non si cambia. E invece questa volta non sarà così. Le Amministrazioni dell’Unione hanno deciso di non avvalersi della possibilità di prorogare l’esperienza motivando la scelta con l’impossibilità per l’unione di sopportare il carico tecnico che il Progetto richiede. Tale motivazione ci disorienta essendo coperto dal contributo assegnato sia il personale amministrativo preposto alla rendicontazione sia il Revisore dei conti richiesto e nominato dall’Amministrazione per certificare la congruità delle spese esposte dal gestore.
Pertanto questa squadra non avrà possibilità di continuare a vincere o meglio di permettere ai nostri ospiti e alla comunità che ci ha ospitato di vincere la partita dell’integrazione. Naturalmente ci adopereremo per mantenerli il più possibile su questo territorio dove ormai hanno sviluppato relazioni e autonomie, segnalando le loro situazioni agli SPRAR geograficamente più vicini o sostenendo, per quanto ci sarà possibile, il passaggio verso una piena autonomia.
La chiusura di quest’esperienza non metterà in salvo l’Unione da un eventuale arrivo di nuovi richiedenti asilo il cui percorso sarà gestito in maggiore autonomia da un ente che si candiderà a farlo, senza bisogno di particolari competenze e senza la supervisione e il controllo dell’amministrazione pubblica, correndo potenzialmente il rischio di trovarsi con una gestione meno virtuosa.
Noi continueremo la nostra strada nel solco di chi ci ha preceduto e che ha avuto, nel tempo anche riconoscimenti quali una benemerenza civica e una via intitolata al nostro fondatore. Sappiamo che possiamo contare sulla Vostra collaborazione e sensibilità che in tutti questi anni non ci è mai mancata.
Ci sembrava giusto e corretto dare a tutti Voi informazione puntuale di quanto è avvenuto affinché non pensiate che sia stata una nostra mancanza od omissione a produrre questa chiusura.
Rinnovo il nostro grazie e mando a nome della Cooperativa un caro saluto a tutti Voi.